martedì 9 agosto 2011

La prossima volta comprerò pane pre-tagliato.


Hem, beh, non so da dove cominciare.
Ho deciso di parlare di me.
Io mi chiamo Carlotta, vorrei farmi chiamare Charlie ma tutti tranne la mia professoressa d'inglese mi chiamano Totta.
Ho 16 anni e mezzo e vorrei averne di più.
Frequento un liceo scientifico tecnologico a Siena e mi considero (modestia a parte) molto brava.
Odio dire le bugie perchè mi scoprono sempre, ma spesso dire la verità peggiora solo le cose.
Sono disordinata, terribilmente disordinata.
Nel mio disordine, comunque, trovo quasi sempre le mie cose.
Porto gli occhiali, non riesco a vedermi senza. In tutti i sensi.
Mi vesto in modo comune ma strano, ma non m'importa, se m'importasse non lo farei.
Straparlo, spesso e volentieri.
E non sopporto a lungo le persone che parlano più di me o che m'interrompono mentre lo faccio.
In compenso so ascoltare.
Credo che sia l'unica cosa che mi riesce fare bene.
Chi vuole viene spesso a chiedere consiglio, e io gliene do più di uno.
A loro la scelta e la decisione se usarlo oppure no.
Spesso quindi mi ritrovo sommersa dei problemi che le persone che ascolto mi vomitano addosso.
Così facendo non riesco più ad avere spazio e forza per affrontare i miei.
Ed è per questo che continuo a fumare e a tenere a distanza i ragazzi (o ragazze, perchè no?) con il mio comportamento.
Già l'aspetto non credo aiuti molto, se mi ci metto poi io stessa, voglio proprio vedere dove andrò a finire.
Comunque non era questo il punto.
Il punto è che vorrei che qualcuno mi ascoltasse, ma come mi si presenta la possibilita, mi blocco.
E, strano a dirsi, non mi esce più nessuna parola.
Perciò mi ritrovo nuovamente da sola a cercare di risolvere i miei problemi e a piangere in bagno perchè non mi riesce.

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